A volte la mente.. mente
”Prendere le distanze dai nostri pensieri”
Può cambiare qualcosa?
Abbiamo da poco salutato i ricchi giorni delle festività natalizie che hanno portato un meraviglioso messaggio di vita, di nascita, di rinascita a chi lo sa cogliere andando oltre la materialità di doni, cene, abbuffate e partite a tombola tra parenti. Ognuno avrà vissuto questi giorni e il loro significato in un modo assolutamente personale ma un aspetto comune a tutti è che procedendo verso la fine dell’anno si inizia a tirare le somme: si guarda all’anno che sta terminando cercando di cogliere il bello che ci è stato donato con l’augurio e la speranza di poter abbandonare pensieri ed eventi negativi con il cambio di calendario.
Mi sono soffermata spesso a pensare a quanti danno grande importanza all’anno che termina e che con la sua conclusione “porta via” brutti eventi vissuti e tristi ricordi e mi sono sempre chiesta: può un semplice giorno vissuto a cavallo della fine di un anno e l’inizio di quello successivo essere davvero così fondamentale, così tanto portatore di un cambiamento, può realmente avere lui tutta la responsabilità dell’allontanamento da ciò che non vogliamo (o non vorremmo) più vivere o ricordare?
Siete sicuri che tutti i pensieri che avete sono davvero vostri?
Da buoni occidentali diamo troppo frequentemente responsabilità a qualcosa di esterno dal “noi” affinché possa portare via il negativo e rendere bianco e immacolato il foglio su cui scrivere le nuove pagine della nostra vita. Sarebbe bene iniziare a prendere coscienza che nessun cambiamento accade senza aver ricevuto prima il nostro consenso, e la mente e i suoi complicati meccanismi giocano un ruolo fondamentale nei risultati che siamo in grado di ottenere.
Molto nasce da una domanda che sentii un giorno fare da un illustre professore durante una delle lezioni di Psicosomatica: “siete sicuri che tutti i pensieri che avete sono davvero vostri?”. Mi sorprese ma la trovai molto pertinente. In effetti sono state diverse le volte in cui mi sono persa tra pensieri, ragionamenti, veri e propri voli pindarici mentali.. per poi chiedermi “ma come ci sono arrivata a questo pensiero? Non mi ritrovo, non corrisponde alla vera ME”.
Emozioni e sensazioni reali o presunte?
Come diceva Sigmund Freud, medico psicanalista, la mente si muove secondo delle coordinate molto complesse e talvolta inconsce che le permettono di agire o reagire muovendosi tra pulsioni, stimoli e continui processi di crescita. Le associazioni che possono venirsi a creare nella mente sono infinite perché infiniti sono gli stimoli e i collegamenti assolutamente personali che essa opera. Emozioni vissute o presunte, fatti accaduti o presunti, sensazioni reali o presunte. La mente non distingue tra SE e E’ pertanto se ci siamo realmente trovati a vivere una circostanza o se semplicemente l’abbiamo percepita come tale senza viverla non fa differenza! SE = E’. Pertanto risulta quasi naturale pensare che attingere ad un bagaglio di ricordi, fatti, eventi, emozioni e sensazioni reali o solamente percepite fa si che la mente viaggi lungo canali a volte a noi sconosciuti. E’ qui che la conoscenza di noi può davvero fare la differenza perché ci permette di cogliere ciò che non ci appartiene, di fermarci e di ragionare. Di passare da spettatori ad autori.
Persone troppo mentali
C’è un modo per evitare di farsi fagocitare dai pensieri mentali: troppo spesso le persone definite “mentali” ovvero che hanno la tendenza a essere molto legati al pensiero razionale, a calcolare, a vagliare ogni possibile soluzione, diventino quasi vittime inconsce dei loro pensieri. Per le persone troppo mentali (ma anche per chi non lo è) una buona strategia è quella di chiedersi: “sono davvero io che sto pensando a questa cosa? Questi pensieri mi rappresentano davvero?”. Così facendo, nel mezzo di un periodo estremamente impegnativo a livello mentale per decisioni importanti da prendere o nel mezzo di pensieri che si sovrappongono creando confusione, prendiamo parziale distacco da tutti i pensieri che albergano nella nostra mente e scardiniamo in modo cosciente un meccanismo che altrimenti rischierebbe di trascinarci via come se fossimo travolti da una corrente impetuosa. Prendendo questo piccolo distacco permettiamo a noi stessi di nuotare uscendo dalla corrente del fiume, di sederci un istante sulla riva, respirare e osservare. Potremmo accorgerci che ci stavamo facendo prendere da considerazioni che non ci appartengono. Non scordiamo quanto l’educazione impartita in età infantile, l’educazione scolastica o i modelli di vita famigliari restano nella nostra “memoria interna” e come continuano nel corso di tutta la nostra vita a condizionarci negli atteggiamenti e nei modi di pensare.
Mente serena e controllata
In questi giorni così prossimi alla fine dell’anno proviamo a modificare seppur di poco i nostri pensieri, prendiamo distanza da ciò che sentiamo non appartenerci appieno e costruiamo i nostri sogni e i nostri desideri con mattoncini di pazienza, fiducia e speranza certi di essere solo noi gli artefici di ciò che andremo a scrivere sulle pagine bianche del nuovo anno che inizierà.
Prendiamo in mano con fiducia la nostra vita senza deleghe esterne né tantomeno scuse. Facciamolo ora, facciamolo subito: potremmo godere in breve tempo dei frutti di una mente più serena e controllata, di pensieri “selezionati” e non fuori controllo perché non dobbiamo mai dimenticarci che se impostiamo i nostri pensieri sulle giuste frequenze potremmo attirare a noi ciò che desideriamo! Smettiamola di delegare, di responsabilizzare della nostra vita qualcosa che vive al di fuori di noi: con maggiore consapevolezza e serenità sapremo guidare più armoniosamente i nostri pensieri solamente verso ciò che desideriamo e avremo in dono maggiore presenza che è ciò che fa la differenza difronte a momenti nei quali veniamo messi alla prova. Auguro a tutti voi una meravigliosa presa di coscienza del nostro vero potenziale sia fisico che mentale per oggi, per domani e per tutti gli anni a venire!
A cura di
Marta Simonetto